Mattino

Galleria d’arte Duca d’Aosta Pronte 22 porte d’autore

 

L'istituto magistrale "Duca d'Aosta" di via del Santo è diventato, per una sfida coraggiosa del preside Alberto Danieli, sorta di scommessa, una galleria d'arte contemporanea. Le porte delle aule, segnano il passaggio dal rigore didattico, cartesiano, alla fantasia e all'estro della pittura: porte dipinte da artisti veneti, 22 sono già state realizzate, altre sono in fase di allestimento, 39 in tutto. Il motivo ispiratore è una sorta di contaminazione di bellezza: la biblioteca di Michelangelo Carmeli, che fa parte del complesso francescano, con gli affreschi settecenteschi di Giuseppe Le Gru e gli scaffali istoriati di legno pregiato di una fraglia di intagliatori di genio, esplode in una gloria storico-estetica che ha il sapore della fiaba mitologica. Di qui l'idea di un'estensione del bello a rendere la scuola accogliente e intellettualmente confortevole. Qualche esempio: l'albero dipinto dalla giovane Elisabetta Vignato è una sinfonia di tutte le sfumature di verde; raffinato nella sua rievocazione medievale, Leo Borghi; la sciagura di Icaro nelle pennellate di Alberto Bolzonella; la grazia incantata del naif nel dipinto di Gioacchino Bragato che fregia la porta dell'ufficio del preside; Bruno Lorini dipinge una nuvola bianca in un cielo di cobalto, può rievocare il famoso dipinto di Magritte "poison", copertina dell'ultima opera di Guido Morselli, "Dissipatio H.G", prima del suicidio dello scrittore; il seme della violenza intride la porta di Lucianetti. Quando il progetto sarà ultimato, il preside oltre alla pubblicazione del catalogo, darà incarico agli allievi dell'istituto di presentare i dipinti al pubblico dei visitatori, costruendo un meccanismo didattico originale e divertente. Tutto questo dà alla scuola, 900 allievi, soprattutto ragazze, e una sessantina di insegnanti, un'aura di magia che nasce anche dal carrefour storico-artistico del luogo: lo sky-line, la fetta d'orizzonte che si vede dal cortile, accosta il campanile della chiesa di San Francesco Grande, portabandiera del museo di storia della Scienza alla torre massonica cilindrica che sorge su una collinetta del giardino Romiati. Insomma, un mix affascinante di sacro e profano, profumo di incenso e dei fiori scarlatti dell'albero di Giuda che cresce nel parco.

Aldo Comello

02 marzo 2016

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